Manchester United - Burnley
Il 28 dicembre 1963,
E’ il giorno del match contro il Burnley,
il Manchester Evening News analizzava a margine della presentazione della gara che Boy Best era si promettente e talentuoso ma troppo giovane per una gara così delicata, avanzando non troppo velatamente i rischi di Busby nello schierare contemporaneamente due giovanissimi senza esperienza. Stesso approccio al match ebbe News of the World, anche se quest'ultimo, dopo gli scontati interrogativi, si augurava un immediato e luminoso futuro per i due ragazzini. Le due squadre scesero regolarmente in campo dinanzi ad un Old Trafford stracolmo (54mila presenti) e pronto a dare il solito caloroso sostegno alla squadra di casa. Matt Busby schierò in attacco lo scozzese David Herd e il gallese Graham Moore, con a sostegno Bobby Charlton e sulle fasce le “new entry” Best (a destra) e Anderson (a sinistra). Il veterano Paddy Crerand con il solito compito di vigilare in mezzo al campo e Foulkes a guidare la difesa con David Gaskell tra i pali al posto dell'infortunato eroe di Munich 58 Harry Gregg. Il Burnley si presentò con la stessa formazione schierata due giorni prima, con il numero due Elder sulle tracce del giovane Best. Alexander Elder, quasi ventiquattrenne, era all'epoca uno dei più promettenti difensori nel panorama calcistico anglosassone, nord-irlandese proprio come Best e già nel giro della nazionale maggiore, con il quale collezionò in carriera quaranta caps, tre in più dello stesso Best. Curiosamente Elder, originario di Lisburn, era cresciuto calcisticamente nel Glentoran FC, club di famiglia per George, seguito e tifato da bambino grazie soprattutto alla passione dell'amatissimo nonno. Il match non ebbe storia sin dalle primissime battute: segnarono per lo United Herd e Moore, entrambi due volte, e poi proprio Belfast Boy, che quel giorno realizzò la sua prima rete in campionato con un destro fulmineo dal limite dell'area, applaudito a scena aperta dall'intero Old Trafford. Finì 5 a 1 per lo United, che vendicò ampiamente la pesante sconfitta del boxing day. Pat Crerand dichiarò poi in seguito ricordando il grande match di Best:<<Elder era un ottimo difensore, così come Angus, ma quel giorno George era velocissimo, imprendibile, sembrava volasse e li annientò completamente>>. Bobby Charlton aggiunse:<<Ricordo che ad un certo punto della gara John Angus fu spostato nella zona di George a dar sostegno difensivo ad Elder, che era in enorme difficoltà su Best. Neanche in due riuscirono a fermarlo...>>
Quel giorno George Best divenne George Best, ilpredestinato. La sua fu una partita praticamente perfetta: attaccò con tutte le sue immense qualità tecniche, in maniera potente, veloce, imprevedibile; usò la testa ma anche il cuore e l'istinto tipico degli eletti dal Dio del pallone; corse concentrato senza mai fermarsi, realizzando un gran goal e numerosi cross che sembravano disegnati per quanto erano ben calibrati; non disdegnò neanche i contrasti duri e i rientri difensivi, sovrastando comunque in ogni occasione difensori e centrocampisti avversari. Entusiasmò l'Old Trafford, che quel pomeriggio lo elesse ad unanimità a figlio prediletto. Seduto in panchina, osservando quel ragazzo imprendibile che correva tenendo stretto il polsino della maglia Matt Busby ripensò al telegramma dell'amico Bishop e si convinse di aver veramente trovato un genio. Ben presto tutta la Gran Bretagna s'inchinò al talento cristallino di Best rendendolo immortale.
Il giorno dopo la gara, così come gli era stato promesso, Geordie riprese il solito treno per Liverpool e poi il solito traghetto diretto a Belfast. La sua famiglia lo accolse a braccia aperte; l'eco della sua grande partita era giunto fino a Burren way, quel giorno infatti il Belfast Telegraph raccontava con enfasi la nitida vittoria del ManchesterUnited con sullo sfondo la foto in bianco e nero di un sorridente 17enne locale...
di Chris Cesarini (articolo pubblicato sul numero zero di Fever Pitch magazine)
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